Sono una scultrice professionista da molti anni, cresciuta con le mani nell’argilla già dalla mia infanzia, ho imparato mano a mano tecniche dell’arte anche dall’esperienza artistica di mio padre, Sandro Granucci, un noto artista della zona del Chianti dove si trova il nostro studio d’Arte Atelier. Il Chianti, oltre essere il mio luogo di nascita, è parte integrante del mio DNA artistico, infatti ho sviluppato negli anni degli studi accademici e del lavoro artistico un particolare interesse per il bronzo e la terracotta, entrambi materiali tipici di questa zona, uno dei più poetici luoghi della Toscana.
Le mie opere trovano ispirazione attraverso il tempo; dall’ Arte del Bronzo Etrusco Toscano, all’eleganza e alla bellezza dell’Arte Rinascimentale Fiorentina fino ad aspetti del Minimalismo dell’Arte Contemporanea.
Viola Granucci
“PRINCIPIO DUALISTICO MASCHILE E FEMMINILE ANIMA-ANIMUS”
La ricerca dell’equilibrio tra il principio dualistico maschile e femminile è il concetto artistico principale in quasi tutte le mie sculture.
Le mie figure in bronzo rappresentano da una parte la ricerca di un senso di equilibrio e armonia nel rapporto tra uomo e donna, ma dall’altro il principio maschile e femminile riflettono un secondo significato più profondo in cui ogni individuo incarna una natura doppia sia maschile che femminile chiamati: i due archetipi dell’inconscio di un individuo, “ANIMA” la componente femminile nell’ uomo e “ANIMUS” la componente maschile nella donna. (Questo concetto era una visione del filosofo e psicologo svizzero Carl Gustav Jung, un discepolo di Sigmund Freud). (Di questo aspetto ne parla in maniera molto approfondita anche il critico d’arte Stefano Masi, in un articolo sulle mie opere, pubblicato sul mio catalogo d’arte).
Le mie figure interagiscono tra loro in una stretta relazione con l’ ambientazione circostante che rappresento con forme geometriche, in terracotta bianca, molto essenziali, eleganti, pulite e minimali, portatrici di connotati simbolici, tra queste le principali fanno parte di due gruppi di sculture: i cerchi e le scale.
“I CERCHI”
tra le mie sculture più rappresentative sicuramente sono i cerchi con le figure che si trovano all’ interno: “IL BACIO“, “EQUILIBRIUM“, “L’ACROBATA” and “VITRUVIAN SUN COUPLE“.
Il cerchio, come simbolo e forma, si fonde perfettamente al concetto di equilibrio del principio maschile e femminile in quanto rappresenta l’unione ed anello di congiunzione di queste due polarità.
C’è un chiaro riferimento, in tutte queste opere, all’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, genio fiorentino del rinascimento, l”uomo al centro del cerchio simboleggia l’uomo al centro dell’universo in grado di dominare la realtà circostante, trovando il perfetto equilibrio tra razionale e irrazionale. Sicuramente “IL BACIO” e “VITRUVIAN SUN COUPLE” sono le sculture dove questa ispirazione Leonardiana è più espressa, nella prima opera le figure, con una stessa postura dell’Uomo Vitruviano, sono avvolte da passione ed eros concentrato nel momento del bacio , nella seconda opera le figure sono disposte in maniera più rigorosa come guardiani delle leggi dell’universo e del sole, sono circondate infatti dai pianeti del sistema solare, disposte in ordine secondo le loro traiettore intorno al sole.
“L’ACROBATA” è il circense che sfida le leggi di gravità e della natura, e in questo caso trasforma il cerchio in un ovale, libero di muoversi in varie posizioni, sotto la sua spinta e forza energetica, simboleggia la presa di potere dell’uomo sull’universo.
“EQUILIBRIUM” le due figure rimangono sospese all’interno del cerchio grazie alla forza delle spinte e controspinte delle gambe, come in un gioco di attrazione e repulsione dei due poli opposti che si ritrova anche nell’elettricità, prodotta infatti dall’attrazione e dalla repulsione delle due polarità positiva maschile con la negativa femminile. Questa opera l’ho riprodotta anche in grande dimensione, 2 metri, in ferro policromo, per una installazione permanente in un parco d’arte nell’area del Chianti.
In altre opere le mie figure si trovano sopra il cerchio, ponendosi in una posizione più sontuosa e dominante: come in “TIRO ALLA FUNE I” e “TIRO ALLA FUNE II“, dove il maschile e il femminile sono attivi in un gioco di tensioni opposte e uguali , tenute insieme da una fune. Il cerchio è aperto da un frammento rompendo il suo schema circolare chiuso e aprendo il suo vuoto interno con quello del mondo esterno a simboleggiare un’ apertura verso qualcosa di più grande.
In “EQUILIBRIO OSCILLANTE” le figure maschile e femminile giocano ancora sulla tensione di forze opposte ma identiche mantendendosi in un perfetto equilibrio simmetrico. Il cerchio è diviso in due parti diventando così oscillante al tocco.
In “GIOCO DELLA COPPIA” le figure sono sedute ai lati opposti di un frammento di cerchio, guardiani di una sfera, avvolte da un senso di sacralità che si può ritrovare in modo simile a certe statuette etrusche toscane in bronzo.
“CONVERSAZIONI” e “L’ABBRACCIO” il cerchio non è più l’ unico elemento predominante ma è inserito all’interno di una forma quadrata o rettangolare. Riprendo sempre dall’Uomo Vitruviano la geometria del cerchio all’interno del quadrato. Il cerchio rappresenta la spiritualità e il cielo, il quadrato la Terra e l’uomo. Il cerchio nel quadrato simboleggia gli sforzi dell’uomo di trasfomare la sua identità terrena in quella più divina. Un elemento disitntivo di queste due opere sono le aperture verticali nette nelle figure, creando uno spazio vuoto a simboleggiare l’apertura della propria interiorità verso il mondo esterno.
“LE SCALE”
Tra le altre mie sculture più rappresentative, oltre i cerchi , ci sono le varie scale con le figure impegnate a salire e scendere a seconda del percorso.Le mie scale possono essere semplici, doppie, incrociate o addirittura invisibili a creare dei veri e propri percorsi immaginari . La scala è usata come simbolo in certi riti iniziatici, come di un ponte diretto di comunicazione tra terra e cielo, tra l’umano e il divino, e i suoi pioli sono espressamente considerati come rappresentazioni dei diversi stati superiori che l’essere si ritrova a percorrere nel corso del proprio divenire. Così come “LA PORTA” dove le figure in cima ad una scalinata romboidale aprono una porta singolare del cielo, “SCALA VERTICALE I” e “SCALA VERTICALE II” , la estrema irrealistica verticalità della scala vuole esprimere questo collegamento come di un ponte diretto tra terra e cielo.
Questo concetto di ricerca dell’ evoluzione dell’essere di una identità superiore, lo esprimo in praticamente tutte le mie scale. In “RE SEDUTO” la figura coronata è seduta sulla cima della scala, in uno stato di contemplazione e meditazione di se stesso . “SCALA BIANCA” la figura, nel suo pieno processo evolutivo, è impegnato a salire la scala tenendo in equilibrio un grande uovo in testa (quest’ultima opera è stata creata in collaborazione con mio padre).
In molte delle mie scale le figure si ritrovano a salire e scendere i pioli, come in “SCALA SOTTO SOPRA” dove la salita simboleggia una fase superiore evolutiva di se stesso mentre la ridiscesa una messa in discussione del proprio essere.
“SCALA INFINITA” , qui le figure sono destinate ad non incontrarsi, salgono e scendono la scala come in una sequenza ciclica chiusa inarrestabile ed infinita, a rappresentare la ricerca perpetua e spasmodica dell’essere di una propria identità e della sua evoluzione durante tutto il suo divenire.
“AMORE SOTTO SOPRA” la scala è sempre infinita, racchiusa all’interno di un cerchio, dove le figure continuano a salire e scendere la scala senza fine vivendo come su piani paralleli, ma qui il femminile e il maschile si incontrano al centro del cerchio con il punto focale sulle loro mani a far convergere le energie universali e il concepimento di una unione indissolubile. Concetto simile è sviluppato nell’opera “PUNTO D’INCONTRO” dove la figura femminile, che tiene un fanciullo, e quella maschile si incontrano su due scale che si incrociano a simbolo di unione. La stessa figura femminile che tiene in braccio un fanciullo l’ho rappresentata in un’altra opera “ONDA SU ONDA” dove la salita sulla scala si trasforma e diventa la salita su sinuose onde marine.
Altre tre opere sono accomunate da una rappresentazione ancora più surreale, quella della scala invisibile, ovvero su di una forma squadrata , come fosse un segmento di muro, si proietta e si forma al suo interno lo spazio negativo della scala, come in “SCALA INVISIBILE” e “SCALE INVISIBILI” dove la figura solitaria o le due figure salgono e scendono come se ci fosse realmente una scala sotto i loro piedi.
In “UOMO A META’” la negatività e il vuoto formato dalla scala invisibile coinvolge la figura stessa che si ritrova divisa in due, a creare un duplice significato di scissione dell’identità dell’essere e di una apertura di se stesso verso l’esterno.
“EVOLUZIONI E SEQUENZE”
Il concetto dell’ evoluzione dell’essere in una identità superiore l’ho sviluppata in altre opere, che chiamo SEQUENZE ed EVOLUZIONI, dove lo stesso personaggio lo rappresento più volte in una sequenza temporale nelle sue varie fasi di trasformazione evolutiva. Iniziai a lavorare su questo tema già anni fa con delle opere come “IO SONO IO” una scultura che ha vinto un premio di scultura alla Biennale di Gubbio, Perugia, nel 2008. Qui la figura è ripetuta identica varie volte ma una sola tra queste prende coscienza di se stessa e la sua diversità interiore è proiettata sulla sua ombra che prende vita propria. “OMBRE DELLA SERA” la figura si fa progessivamente più grande a descrivere ogni stato di evoluzione interiore, e la proiezione della propria ombra da’ un senso temporale mentre la piccola scala verticale è un riferimento a questa ascesa verso l’alto.
Opere più recenti sono “SEQUENZA EVOLUTIVA” dove il concetto di evoluzione dell’uomo è molto più palese. In questa sequenza, la figura si evolve in una fase superiore dove sul suo cammino di crescita riscopre il suo stato originale rappresentato dal piccolo pesce, simbolo del suo inconscio e della sua natura più istintiva, e gradualmente trasforma se stesso in un mezzo pesce e mezzo uomo, alla ricerca della sua libertà evolutiva.
In “RIFLESSO NELL’ACQUA”, non c’è una sequenza ma si ritrova la stessa figura con il pesce, dove osservando la superficie dell’ acqua, rappresentata da una onda, vede il proprio riflesso marino con la testa trasformata in un pesce. Il filosofo e psicologo Jung collegava l’acqua e i pesci al mondo interiore dell’uomo per l’eccellenza. Il rapporto tra l’uomo e l’acqua è un simbolo dell’ego e del suo viaggio individuale di evoluzione.
“SEQUENZA DEL CUORE” è la mia ultima sequenza dedicata sempre al concetto dell’ evoluzione dell’uomo, dove i due protagonisti sono la testa e il cuore. L’uomo è un essere composto da ragione e sentimento, ovvero da una testa, fonte del pensiero e della ragione e da un cuore focolaio del sentimento e passioni. Questo dualismo di sentimento e ragione non sempre sono in equilibrio, molto spesso uno è più forte sull’altro. Nella mia sequenza, l’uomo seduto è un essere pensante dove la mente ha il dominio, il piccolo cuore appoggiato sulle ginocchia è già un primo segno di sentimento che diventa più forte progressivamente dove prima l’uomo osserva il cuore poi decide di metterlo alla estremità della sua mano, le sue braccia distese fungono come da bilancere a misurare il peso della razionalità e del sentimento. Infine la scelta evolutiva dell’uomo di quasi azzerare la sua razionalità e dare al cuore il dominio di sè diventando parte principale del suo corpo.
Il concetto di evoluzione dell’essere lo interpreto anche con una serie di opere ispirate alla interazione delle figure maschile e femminile con dei labirinti: tra queste “LABIRINTO I”, “LABIRINTO II”, “LABIRINTO MULTIDIMENSIONALE”, a rappresentare la sfida e la complessità dell’essere ,dentro la propria esistenza, verso una necessaria ricerca sia di se stesso ma anche dell’altro, la polarità opposta, per il proprio indispensabile processo evolutivo.